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29 Maggio 2024

L’AMORE INCONDIZIONATO


Per il termine sanscrito “maitri” (nell’antica lingua pali “metta”) il significato occidentale più potente è l’amore incondizionato. Dispiegata verso noi stessi e gli altri, questa qualità della mente ci permette di affrontare i conflitti che segnano le esistenze individuali e collettive e conduce alla nostra e altrui realizzazione spirituale. In un periodo storico segnato da guerre e profonde disarmonie, Maitri rappresenta un valore umano fondamentale. Per il praticante buddhista è uno dei quattro incommensurabili o brahmavihāra, gli orientamenti virtuosi da coltivare nella interiorità e nella vita quotidiana, sul cammino verso il risveglio, e si concretizza nell’amorevole gentilezza verso tutti gli esseri, che trascende gli attaccamenti personali, senza alcuna distinzione o aspettativa di ricompensa per il bene compiuto. Nel Karaniya Metta Sutra, sull’amore universale, è il Buddha ad esporre le caratteristiche e i benefici della corretta applicazione della pratica Metta, che suggerisce come oggetto privilegiato per la meditazione. L’apertura del cuore può cambiarci la vita. È necessario in primo luogo acquisire piena fiducia nella propria innata capacità di esprimere amorevole gentilezza, in prima istanza verso se stessi, per poi espandere questa qualità verso gli altri. Per fare questo ci si concentra inizialmente sulla pacificazione dei conflitti interiori.

Oggetto della meditazione saranno enunciati con cui il praticante familiarizza la propria mente:

  • Che io possa essere al sicuro, libero dalle avversità
  • Che io possa avere la pace nel cuore e nella mente
  • Che io possa essere in salute, libero dalla sofferenza fisica
  • Che io possa prendermi cura di me stesso con gentilezza e saggezza

In tal modo sono poste le condizioni per la generazione della pace interiore, quello stato che i tibetani definiscono shinè, o calmo dimorare, indispensabile per poter irradiare un’energia positiva rivolta verso tutti gli esseri viventi e generatrice di relazioni armoniose. Il portato filosofico e storico del concetto di Maitri è immenso. Dall’induismo delle Upanishad e della Bhagavad Gita a cardine del Dharma, profondamente legato ai principi della non-violenza (ahimsa) e della interconnessione tra tutte le forme di esistenza, Maitri scuote i confini dell’interesse personale ed incoraggia un approccio altruistico alla vita, tutte le vite. Richiede l’espansione del circolo di coloro a cui teniamo, oltre la famiglia e gli amici, oltre la nazione e la specie, a ricomprendere tutti gli esseri senzienti e il mondo naturale. Qui la pratica buddhista fa davvero la differenza, non solo in una prospettiva di trasformazione degli individui, ma contribuendo concretamente all’affermazione di una società più giusta e compassionevole, al rifiorire dell’umanità e del pianeta. 



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