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29 Maggio 2024

GLI ALTRI PRIMA DI SE


C’è un termine che potrebbe essere utilizzato per definire il senso più profondo e immediato degli insegnamenti buddhisti ed è la parola cura.

Prendersi cura del mondo non è però semplicemente sinonimo di un agire globale. Piuttosto ha a che fare con l’intenzione di farsi carico della sofferenza concreta che incontriamo nel corso della vita, nel contesto intorno a noi.

È una forma di cura per la prossimità, una scelta che riguarda piuttosto il modo in cui si guarda alla realtà e alla vita e che ci chiede di stare dalla parte di tutto ciò che ricostruisce l’unità più profonda, autentica dell’essere umano e della comunità in cui ci troviamo a vivere.

È la cura del luogo che sentiamo nostro, della nostra casa, dove le relazioni possono diventare significative, i legami dare un senso al vivere e gli incontri segnare le giornate, anche nel loro essere a volte misteriosi.

Questa cura è una modalità di dialogo che riguarda le parole che scegliamo, gesti che
non dividono, non feriscono, non allontanano, non umiliano. Una cura che si esprime nella gentilezza non formale e nel rispetto. È una cura che ha memoria, che viene da lontano, che ci chiede di guardare in profondità alla preziosità fragile dell’esistenza per tutelarla e trasmetterla, mostrarla a chi prenderà il testimone dopo di noi. È fin troppo semplice distruggere questa preziosità. Anche e soprattutto quando pensiamo che sia “giusto” liberarci
di ciò che riteniamo “sbagliato” o superato.

Ma questo moralismo manicheo poco ha a che fare con la compassione di un Dharma che ben sa che ogni elemento della vita è la vita stessa e occorre saggezza e prudenza. È questa
consapevolezza che porta ad agire, più ancora della volontà di aggiustare qualcosa che si pensa sia rotto, perché ogni pezzo, anche in frantumi va semplicemente bene così com’è.

In questo numero raccontiamo dei tanti “frammenti”, in giro per il mondo, che richiedono sostegno. Sono solo alcuni, ma significativi, tra i tanti progetti che abbiamo scelto di sostenere per tradurre in azione un’idea di trasformazione e guarigione.

Il Direttore: STEFANO BETTERA


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