KARMA POSITIVO
Dall’entrata in vigore della Legge sull’Intesa tra l’UBI e lo Stato italiano e molte cose da allora sono cambiate, sia per il nostro Ente che, più in generale, per la realtà del Buddhismo in Italia, oggi più conosciuta, radicata e dialogante con il territorio rispetto ad alcuni anni fa.
Basti pensare che nell’anno 2012 facevano parte dell’Unione Buddhista Italiana 44 Centri (da 35 che erano nel 2000 quando fu firmata la prima Intesa con l’allora Governo D’Alema, 10 in più rispetto al 1991 quando vi fu il riconoscimento come Ente Religioso, a partire dai 9 centri fondatori dell’Associazione nel 1985); oggi l’UBI è costituita da 63 centri che fanno capo, coerentemente con lo spirito inclusivo delle origini, a tutte le tradizioni presenti nel nostro Paese: Theravada, Mahayana nelle sue varianti Chan, Zen, Tendai, Seon, Nichiren, e poi Vajrayana e Interbuddhista. Un simile incremento di adesioni è solo uno degli indici di cambiamento che ci hanno portato a diventare attori di una società che vogliamo contribuire a trasformare nel segno della relazione e della saggezza. L’Intesa ci ha permesso di tutelare i diritti dei praticanti sostenendo il culto e la diffusione del Dharma da una parte; per altro verso ci ha anche permesso di dare concretezza alla filosofia buddhista e ai valori etici in essa contenuti intervenendo fattivamente laddove la sofferenza mostrava i suoi aspetti peggiori: in occasione delle calamità naturali, in soccorso delle vittime di guerra, negli ospedali, nelle carceri, nelle situazioni di disagio, di emarginazione sociale, o quando si è prossimi ad abbandonare la vita terrena, attraverso progetti mirati a formare personale specializzato anche per la cura di coloro che restano.
Tutto ciò è stato reso possibile soprattutto grazie alle risorse economiche di cui l’UBI in precedenza non disponeva e che sono il frutto del gesto gentile di chi ha scelto di darci fiducia attraverso una firma, caricandoci in questo modo di una responsabilità che non abbiamo voluto disattendere e che anzi ci fa da stimolo a migliorare dove è necessario.
Possiamo dire, per usare un termine caro al Buddhismo, che la possibilità di partecipare alla ripartizione dell’otto per mille della quota Irpef (ex art. 19 della Legge n. 245 del 31/12/2012), abbia generato karma positivo creando una rete di rapporti, attraverso il cofinanziamento di progetti umanitari, sociali e culturali in Italia e all’estero, con organizzazioni, onlus, enti no profit, associazioni culturali e di altra natura, potenzialmente fecondi di nuove opportunità di crescita, nell’ottica dell’interdipendenza, principio cardine del nostro modo di intendere la realtà.
Filippo Scianna