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1 Ottobre 2024

IL POTERE DEL SUONO


In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio, così dice l’evangelista Giovanni, che pone una parola, un suono all’origine del mondo manifesto. Qualcuno sostiene che la fisica moderna, a cominciare da quella quantistica, gli dia ragione quando, osservando l’immensamente piccolo, suppone che la materia sia composta di fenomeni ondulatori: è di certo un avvincente romanzo appena incominciato, non se ne conosce la trama né possiamo prevederne la conclusione.

Però l’effetto del suono sulla materia lo possiamo constatare. Un brano musicale ci cambia in positivo o negativo le emozioni, ha certamente un effetto sul nostro stato fisico e mentale. Un grande brand caseario italiano, di cui non faremo il nome, è diventato famoso già negli anni ‘90 per aver riprodotto Mozart nelle stalle, sostenendo che le mucche gradivano molto e producevano più latte e di migliore qualità.

Il suono, inteso come vibrazione, gioca un ruolo profondo nelle pratiche di tutte le Religioni.  Nei maggiori sistemi di credenze esso è utilizzato come una forza di connessione tra il mondo fisico e quello spirituale, una via per trascendere l’esperienza ordinaria.

Nell’induismo il suono Om (Aum) è considerato la sillaba primordiale, la vibrazione che diede origine agli universi, ed è pronunciato nella meditazione e nella preghiera per connettersi alle energie cosmiche e divine.

Nel Buddhismo la recitazione dei Mantra, come Om Mani Padme Hum, diviene un canto in grado di allineare il praticante con livelli elevati di coscienza, uno strumento per la trasformazione spirituale. Nella tradizione tibetana in particolare, è comune l’utilizzo di campane, gong e altri strumenti, per bilanciare il corpo risuonando con specifici centri energetici (chakra) e per favorire l’ingresso della mente nello stato meditativo.

Nel mondo del Cristianesimo gli inni e i canti Gregoriani, con i cori e il suono dell’organo, hanno la funzione di elevare l’anima e promuovere la comunione con il divino.

Per l’Ebraismo nell’atto della recitazione e dell’ascolto dei sacri Testi si percepisce la voce stessa di Yahweh; per la mistica della Kabbalah lettere e suoni in lingua ebraica esprimono forze spirituali.

Nell’Islam la chiamata alla preghiera Adhan è un canto che spinge alla connessione con Allah, mentre alla recitazione melodica e ritmata dei Testi sacri si attribuisce un potere spirituale di trasformazione del cuore e della mente. Chi non conosce la danza circolare dei dervishi, che abbina suono e movimento, sino all’estasi divina, ma anche per indurre uno stato di trance che favorisce la guarigione fisica.

In tutte le tradizioni indigene di tipo shamanico, che hanno preceduto l’affermarsi delle grandi Religioni, al suono dei tamburi e di altri strumenti si attribuisce il potere di aprire le porte di comunicazione con altri reami, con spiriti ed antenati in grado di intervenire nelle vicende umane.

Infine, nell’architettura degli spazi sacri, cattedrali, moschee, templi, si cela sovente uno studio approfondito dell’acustica, non solo per l’amplificazione ma per la risonanza, ovvero con il fine ultimo di creare un campo vibrazionale che favorisca la trasformazione interiore.

Il potere del suono, quale ponte tra umano e spirituale, affonda quindi le proprie radici in tutte le Tradizioni. Con questa consapevolezza, forse vale la pena di fare più attenzione a quello che si ascolta. Immersi in una civiltà quotidiana assordante e disarmonica, cosa rischiamo?



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